REVISIONE DELLA GIORNATA
revisione della giornata e Sole di Mezzanotte
La morte e il sonno sono due fenomeni simili di intensità diversa.
Addormentandosi nel cuore della notte l'uomo muore al giorno precedente, e il mattino successivo rinasce carico di forze spirituali.
Non appena abbandona il corpo fisico, il morto rivede in rapide immagini tutta la propria esistenza: le immagini della vita si schiudono una dopo l'altra si dispongono una accanto all'altra sulla schermo della coscienza ormai libera dai vincoli materiali andando a comporre il grande quadro eterico di una vita conclusa.
Se è vero che il sonno è una piccola morte è allora proficuo compiere l'esercizio della revisione della giornata: ripercorrere tutti gli eventi a ritroso dall'ultimo della sera al primo della mattina. Non è necessario scendere in tutti i particolari, ma è bene che le esperienze più importanti della giornata - piacevoli o dolorose, grandi o piccole - siano rivissute nella immaginazione. Gli eventi devo essere visti all'incontrario: se durante il giorno si è camminato da un posto all'altro, la sera si vedrà sé stessi retrocedere, se si è salita una scala si vedrà se stessi retrocedere scalino dopo scalino. In tal modo la successione temporale passato-presente-futuro che caratterizza la coscienza di veglia viene smagliata e l'anima si prepara ad entrare in una dimensione temporale diversa.
Superato il tunnel oscuro della morte, l'anima del defunto si immerge nella Luce abbagliante del Divino. Allo stesso modo, all'addormentarsi, l'uomo si immerge nella luce astrale: è quella luce che illumina i sogni.
Un uomo durante il giorno vede i contorni e i colori delle cose perché esse sono illuminate dalla luce del Sole, allo stesso modo nel corso della notte vede le figure dei sogni perché è immerso nella Luce astrale.
I sogni possono anche essere contraddittori, irreali, assurdi: ciò dipende dal fatto che la coscienza non ha raggiunto ancora quel grado di sviluppo nel quale gli oggetti del sogno sono rivelazioni di eventi presenti e futuri, di doveri da compiere, di pericoli da evitare. I sogni possono anche essere contraddittori, ma la luce che li illumina sullo schermo dell'anima sognante è la vibrante luce interiore della coscienza di sogno.
Sole di mezzanotte Il secondo esercizio che è opportuno compiere all'atto dell'addormentarsi è pertanto la meditazione del Sole che sorge: questo Sole di Mezzanotte diffonde intorno a sé la purezza della luce mattutina, si innalza nel cielo fino a giungere allo splendore meridiano.
Approfondendo l'esercizio del Sole di Mezzanotte, comincia a sorgere nell'anima un particolare sentimento: l'addormentarsi smette di essere lo sprofondare dello spirito nelle tenebre della incoscienza e diventa l'abbandono fiducioso dell'anima alla Luce divina che splende nel sonno. Il risveglio appare invece come un discendere sulla terra, raccogliendo i frutti di ciò che è maturato nel sonno, per combattere la propria battaglia quotidiana.
Questo delicato sentimento del tempo sostituisce la percezione ordinaria del giorno e della notte. Il giorno diventa la metà del tempo in cui l'uomo esce nella vita esteriore illuminata dal Sole Fisico per svolgere i propri compiti, la notte diventa il momento dell'abbandono al Sole Interiore, alla Luce che splende nelle tenebre.
Questo sentimento ciclico del tempo si articola e diventa percezione sottile dei diversi momenti della giornata:
1. Al risveglio, la coscienza emerge dal mondo divino e ne conserva l'attitudine “mistica”. Pertanto appena svegli è assai utile concentrarsi più o meno a lungo, a seconda delle esigenze della giornata; raccogliere le intuizioni che sono balenate nella coscienza nel passaggio dal sonno alla veglia.
2. Al mattino, mentre il Sole ascende al cielo, sono particolarmente attive le facoltà di comprensione intellettuale.
3. Quando a mezzogiorno il Sole è al massimo della sua altezza e del suo splendore, lo spirito dell'uomo è perfettamente saldato alla terra, alla materia, pertanto le forze di volontà sono al massimo della loro espressione.
4. Quando il Sole tramonta il legame tra lo spirito umano e la dimensione terrena comincia “ad allentarsi”: è come se lo spirito volesse volare verso altri monti: ecco perché al tramonto la fantasia, la facoltà dell'immaginazione, a volte anche lo struggimento romantico in forme sottili prende il sopravvento sul raziocinio.
5. Nella notte, nel raccoglimento dell'oscurità possono essere ridestati più facilmente i sensi spirituali dell'uomo. Disponendosi verso il sonno, la coscienza dell'uomo si allarga, diventa oceanica, sconfinata, va ben oltre le limitazioni individuali. Obliando la propria persona l'anima vola sull'oceano dei sogni fino alle porte del Sole, si ricongiunge alle scaturigini del Cosmo divino ottenendo la rigenerazione delle proprie funzioni vitali. Compiendo l'esercizio della revisione della giornata si propizia un profondo e salutare sonno, anche se a volte può capitare di svegliarsi intorno alle 3 di notte.
Questi diversi atteggiamenti dell'anima nei quadranti della giornata corrispondono a un movimento del corpo astrale, che al risveglio si concentra intorno al corpo fisico, nella notte tende a dilatarsi, ad estendersi ben oltre i confini della pelle fino a lambire le stelle. Questo estendersi dell'Astrale determina la vertigine del sonno e il perdersi nell'oceano notturno dei sogni.
Al momento dell'addormentarsi il corpo astrale e l'Io si staccano dalla testa e vanno verso i mondi superiori, aprendosi un varco attraverso il chakra della fronte, sede della coscienza individuale di veglia. Al risveglio l'Astrale dopo aver compiuto una rotazione completa rientra dalle estremità dei piedi e risale lungo il corpo.
A sua volta, il corpo eterico è interessato ad un altro tipo di modificazione.
Durante il giorno, durante la veglia il corpo eterico è in continuo movimento con le sue correnti in tutto l'organismo ad eccezione che nella sfera del capo. Nel capo l'elemento eterico si quieta, entra in una calma ed immobilità che consentono all'individuo di riflettere e di ragionare. Nessuno riuscirebbe a pensare oscillando continuamente il capo, allo stesso modo nessuno riuscirebbe a pensare se la sostanza eterica della testa non si disponesse in una condizione di placida immobilità. Quando l'individuo entra in uno stato di sogno la sostanza eterica del capo comincia a ondeggiare, a fluire, a ramificarsi. Il pensiero si ritrae e il capo entra nell'ondeggiante regno dei sogni.
Nel momento in cui l'individuo è completamente addormentato il suo corpo astrale si innalza al di sopra del corpo fisico, e vola verso esperienze divine. Al risveglio l'individuo normale non ha memoria di queste esperienze dal momento che il suo corpo eterico è rimasto giù nel letto, strettamente avvinto al corpo fisico. E il corpo eterico è appunto il portatore del ricordo, il registratore delle esperienze compiute.
Quando il corpo astrale dai regni superiori periodicamente[1] ridiscende verso l'eterico allora si produce il sogno. Se si immagina l'astrale come una folata di vento, e l'eterico come un mare allora si comprendono i sogni come onde che si innalzano nello spazio della coscienza interiore.
Quando al primo risveglio la sostanza eterica della testa ancora ondeggia, si ha il ricordo degli ultimi sogni. Spesso carichi di forza profetica.
GOTICO-
La Scienza Dello Spirito (Facebook)
revisione della giornata e Sole di Mezzanotte
La morte e il sonno sono due fenomeni simili di intensità diversa.
Addormentandosi nel cuore della notte l'uomo muore al giorno precedente, e il mattino successivo rinasce carico di forze spirituali.
Non appena abbandona il corpo fisico, il morto rivede in rapide immagini tutta la propria esistenza: le immagini della vita si schiudono una dopo l'altra si dispongono una accanto all'altra sulla schermo della coscienza ormai libera dai vincoli materiali andando a comporre il grande quadro eterico di una vita conclusa.
Se è vero che il sonno è una piccola morte è allora proficuo compiere l'esercizio della revisione della giornata: ripercorrere tutti gli eventi a ritroso dall'ultimo della sera al primo della mattina. Non è necessario scendere in tutti i particolari, ma è bene che le esperienze più importanti della giornata - piacevoli o dolorose, grandi o piccole - siano rivissute nella immaginazione. Gli eventi devo essere visti all'incontrario: se durante il giorno si è camminato da un posto all'altro, la sera si vedrà sé stessi retrocedere, se si è salita una scala si vedrà se stessi retrocedere scalino dopo scalino. In tal modo la successione temporale passato-presente-futuro che caratterizza la coscienza di veglia viene smagliata e l'anima si prepara ad entrare in una dimensione temporale diversa.
Superato il tunnel oscuro della morte, l'anima del defunto si immerge nella Luce abbagliante del Divino. Allo stesso modo, all'addormentarsi, l'uomo si immerge nella luce astrale: è quella luce che illumina i sogni.
Un uomo durante il giorno vede i contorni e i colori delle cose perché esse sono illuminate dalla luce del Sole, allo stesso modo nel corso della notte vede le figure dei sogni perché è immerso nella Luce astrale.
I sogni possono anche essere contraddittori, irreali, assurdi: ciò dipende dal fatto che la coscienza non ha raggiunto ancora quel grado di sviluppo nel quale gli oggetti del sogno sono rivelazioni di eventi presenti e futuri, di doveri da compiere, di pericoli da evitare. I sogni possono anche essere contraddittori, ma la luce che li illumina sullo schermo dell'anima sognante è la vibrante luce interiore della coscienza di sogno.
Sole di mezzanotte Il secondo esercizio che è opportuno compiere all'atto dell'addormentarsi è pertanto la meditazione del Sole che sorge: questo Sole di Mezzanotte diffonde intorno a sé la purezza della luce mattutina, si innalza nel cielo fino a giungere allo splendore meridiano.
Approfondendo l'esercizio del Sole di Mezzanotte, comincia a sorgere nell'anima un particolare sentimento: l'addormentarsi smette di essere lo sprofondare dello spirito nelle tenebre della incoscienza e diventa l'abbandono fiducioso dell'anima alla Luce divina che splende nel sonno. Il risveglio appare invece come un discendere sulla terra, raccogliendo i frutti di ciò che è maturato nel sonno, per combattere la propria battaglia quotidiana.
Questo delicato sentimento del tempo sostituisce la percezione ordinaria del giorno e della notte. Il giorno diventa la metà del tempo in cui l'uomo esce nella vita esteriore illuminata dal Sole Fisico per svolgere i propri compiti, la notte diventa il momento dell'abbandono al Sole Interiore, alla Luce che splende nelle tenebre.
Questo sentimento ciclico del tempo si articola e diventa percezione sottile dei diversi momenti della giornata:
1. Al risveglio, la coscienza emerge dal mondo divino e ne conserva l'attitudine “mistica”. Pertanto appena svegli è assai utile concentrarsi più o meno a lungo, a seconda delle esigenze della giornata; raccogliere le intuizioni che sono balenate nella coscienza nel passaggio dal sonno alla veglia.
2. Al mattino, mentre il Sole ascende al cielo, sono particolarmente attive le facoltà di comprensione intellettuale.
3. Quando a mezzogiorno il Sole è al massimo della sua altezza e del suo splendore, lo spirito dell'uomo è perfettamente saldato alla terra, alla materia, pertanto le forze di volontà sono al massimo della loro espressione.
4. Quando il Sole tramonta il legame tra lo spirito umano e la dimensione terrena comincia “ad allentarsi”: è come se lo spirito volesse volare verso altri monti: ecco perché al tramonto la fantasia, la facoltà dell'immaginazione, a volte anche lo struggimento romantico in forme sottili prende il sopravvento sul raziocinio.
5. Nella notte, nel raccoglimento dell'oscurità possono essere ridestati più facilmente i sensi spirituali dell'uomo. Disponendosi verso il sonno, la coscienza dell'uomo si allarga, diventa oceanica, sconfinata, va ben oltre le limitazioni individuali. Obliando la propria persona l'anima vola sull'oceano dei sogni fino alle porte del Sole, si ricongiunge alle scaturigini del Cosmo divino ottenendo la rigenerazione delle proprie funzioni vitali. Compiendo l'esercizio della revisione della giornata si propizia un profondo e salutare sonno, anche se a volte può capitare di svegliarsi intorno alle 3 di notte.
Questi diversi atteggiamenti dell'anima nei quadranti della giornata corrispondono a un movimento del corpo astrale, che al risveglio si concentra intorno al corpo fisico, nella notte tende a dilatarsi, ad estendersi ben oltre i confini della pelle fino a lambire le stelle. Questo estendersi dell'Astrale determina la vertigine del sonno e il perdersi nell'oceano notturno dei sogni.
Al momento dell'addormentarsi il corpo astrale e l'Io si staccano dalla testa e vanno verso i mondi superiori, aprendosi un varco attraverso il chakra della fronte, sede della coscienza individuale di veglia. Al risveglio l'Astrale dopo aver compiuto una rotazione completa rientra dalle estremità dei piedi e risale lungo il corpo.
A sua volta, il corpo eterico è interessato ad un altro tipo di modificazione.
Durante il giorno, durante la veglia il corpo eterico è in continuo movimento con le sue correnti in tutto l'organismo ad eccezione che nella sfera del capo. Nel capo l'elemento eterico si quieta, entra in una calma ed immobilità che consentono all'individuo di riflettere e di ragionare. Nessuno riuscirebbe a pensare oscillando continuamente il capo, allo stesso modo nessuno riuscirebbe a pensare se la sostanza eterica della testa non si disponesse in una condizione di placida immobilità. Quando l'individuo entra in uno stato di sogno la sostanza eterica del capo comincia a ondeggiare, a fluire, a ramificarsi. Il pensiero si ritrae e il capo entra nell'ondeggiante regno dei sogni.
Nel momento in cui l'individuo è completamente addormentato il suo corpo astrale si innalza al di sopra del corpo fisico, e vola verso esperienze divine. Al risveglio l'individuo normale non ha memoria di queste esperienze dal momento che il suo corpo eterico è rimasto giù nel letto, strettamente avvinto al corpo fisico. E il corpo eterico è appunto il portatore del ricordo, il registratore delle esperienze compiute.
Quando il corpo astrale dai regni superiori periodicamente[1] ridiscende verso l'eterico allora si produce il sogno. Se si immagina l'astrale come una folata di vento, e l'eterico come un mare allora si comprendono i sogni come onde che si innalzano nello spazio della coscienza interiore.
Quando al primo risveglio la sostanza eterica della testa ancora ondeggia, si ha il ricordo degli ultimi sogni. Spesso carichi di forza profetica.
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